DAL 7 OTTOBRE 2006 AL 25 FEBBRAIO 2007
“La bici che verrà” offre un’ampia panoramica sulle nuove tendenze che interessano il mondo delle due ruote, dai prototipi super tecnologici, alle bici per sport estremi, pieghevoli e reclinate.
Tra gli oltre 50 esemplari presenti, all’ultimo momento si è aggiunto un pezzo molto raro, vale a dire un mezzo realizzato utilizzando pezzi originali in legno (cerchioni, fari, ecc.) della Pederson, bicicletta brevettata dall’omonimo ingegnere danese nel 1893. Questa presenta un disegno rivoluzionario, infatti è fabbricata con un telaio triangolare, molto leggero, ed è equipaggiata con un “sellino-amaca” che rimane sospeso e permette una guida particolarmente comoda. A portarla al Museo è stato Tiberio Trevisan, collezionista e ingegnoso costruttore di bici reclinate, presente alla mostra con altre sue creazioni.
Tra i pezzi forti anche la “ricicletta”, la bicicletta realizzata con materiale riciclato. L’ha prodotta la CiAl, Consorzio Imballaggi Alluminio, attraverso la fusione di circa 800 lattine per bevande.
Poi spiccano i kart a tre ruote Kmx, progettati da un team di ingegneri aerospaziali dell’azienda italiana Slyway, e un’avveniristica quattro ruote a due posti, veicolo elettro-muscolare con pannello fotovoltaico per fornire energia alla pedalata assistita. E’ riservata agli amanti degli sport estremi la californiana Burro Bike, bici da cross country assemblata con prodotti innovativi tra cui il telaio artigianale studiato per resistere a deserto, letti di fiume e mulattiere. Un’altra curiosità presente alla mostra è il progetto Str.ike, un mezzo senza sella che sfrutta la posizione eretta del ciclista. Non mancano le bici dei grandi campioni, come la mitica Cannondale di colore rosa, usata da Gilberto Simoni nella tappa a cronometro in occasione della vittoria del Giro d’Italia 2003.