DAL 7 MAGGIO AL 26 SETTEMBRE 2010
“Non solo nel museo c’è tanto Coppi, con legami assortiti e rievocazioni vecchie nuove, ma c’è l’omaggio al ciclismo di cui Coppi è stato il più grande interprete di tutti i tempi. – scrive Gianpaolo Ormezzano, curatore della Mostra – Sottolineiamo il “grande”. Dicono che il belga Eddy Merckx sia stato più forte, probabilmente è vero: nello sport l’ultimo campione deve essere il più forte di tutti, altrimenti non c’è progresso. La grandezza è un’altra cosa: Coppi pedalava nell’Italia e nell’Europa delle macerie, vinceva per conto di tutti quelli, che, dolenti e feriti ma sopravvissuti, volevano riprendere a vivere, a scalare la vita senza dover temere agguati ad ogni curva. Coppi era il simbolo di questa voglia anzi di questa volontà, lui nei fisico scorfano e – in sella – divino, lui fragile e fortissimo, silenzioso e comunicatore”.
Il percorso permette di immergersi in un epoca, anni ’50 – ’60, di emersione dalla devastazione della Seconda Guerra mondiale, a ridosso del boom economico che si respirava, ma che ancora non si era concretizzato. Nasceva la Tv nel 1954, il cinema vantava i primi grandi capolavori e il ciclismo vedeva gareggiare i suoi più grandi campioni in rivalità sportive che tenevano con il fiato sospeso. Tutto questo è in mostra: il Fausto Coppi sportivo, il periodo storico da lui vissuto “in bicicletta”, il suo essere uomo emergente, l’ambiente che lo ha accompagnato in vita e ciò che ha suscitato nell’arte dopo la sua morte.
Sono esposte biciclette e oggetti provenienti da tutta Italia, come la bicicletta Bianchi di proprietà del Museo della Scienza e della tecnologia “L. Da Vinci” di Milano che da parecchi anni non viene presentata al pubblico. A questa si aggiungono oggetti e biciclette di collezionisti e eredi di coloro che meglio hanno conosciuto il Campionissimo.
Oltre alla sua storia raccontata dalle biciclette, dalle maglie, dalle foto e dalle parole di Gianpaolo Ormezzano, è allestita una sezione “Coppi e l’arte” con una scelta molto raffinata. Sono ospitati oli, disegni e acqueforti di Piero Leddi, la cui opera da anni ricerca la sintesi del mondo di Fausto Coppi. Altra sezione di grande interesse è quella realizzata con le più significative tavolette dipinte da Anselmo Bucci, pittore di inizio secolo.
Al seguito del Giro d’Italia, insieme al giornalista e scrittore Orio Vergani, nel 1940, Anselmo Bucci dipinse su 101 meravigliose tavolette di legno le immagini “en plain air” del primo Giro vinto da un Coppi giovanissimo. Si tratta di oli “ex tempore” dipinti tra il 16 maggio e il 10 giugno 1940 (giorno della dichiarazione di guerra): un pezzo di storia del nostro paese raccontato dai colori forti e pastosi di Bucci e dalla penna delicata e ricercata di Orio Vergani. I testi in catalogo per la sezione “Arte” sono curati da Nicoletta Colombo.