La parte centrale dell’originale esposizione è costituita da 25 marionette. Tra i pezzi storici, non poteva mancare la marionetta di Baciccia, maschera che rappresenta il popolano genovese, portata al successo nei primi anni del secolo scorso da Raffaele Pallavicini, capostipite della Compagnia che si trasferì a Novi Ligure verso la fine del secondo conflitto mondiale; altre, quelle risalenti agli anni ‘50 e ’60, ritraggono i personaggi famosi del momento che spopolavano in televisione e nei rotocalchi, come Nilla Pizza e Frank Sinatra. Completano l’allestimento un campionario di diverse maschere regionali ed un teatrino itinerante, di quattro metri per due, che la Compagnia usava soprattutto per le prove degli spettacoli.
Ma la mostra offre altri spunti interessanti di questa affascinante forma di spettacolo: grazie a testi ed immagini se ne ripercorre l’origine, antichissima, come dimostrano reperti risalenti addirittura al IV secolo A.C. ed il periodo d’oro, nel settecento, quando si sviluppa il repertorio dello spettacolo musicale e del ballo. Alla metà dell’Ottocento cresce un’editoria popolare dove marionettisti e burattinai possono attingere a piene mani. È in quel periodo che nascono le prima “maschere senza maschere”, che parlavano il dialetto del pubblico presente alle rappresentazioni. Da questo dipendeva il loro enorme successo: il popolo poteva riconoscersi in questi personaggi perché esprimevano i valori, i problemi e le critiche al mondo che li circondava.
Il successo dei pupazzi mossi da fili (le marionette, da non confondere con i burattini mossi con le mani infilate nell’abito: Pinocchio, il “burattino” più amato nel mondo, in realtà è una marionetta!) continua ancora ai giorni nostri. Una sezione della mostra, infatti, offre una retrospettiva sul ruolo delle marionette viste al cinema o in televisione: da “Uccellacci e Uccellini”, film del 1966 diretto da Pier Paolo Pasolini e interpretato da Totò e Ninetto Davoli, alla serie britannica “Thunderbirds” telefilm di fantascienza ideato nel 1964 da Gerry Anderson, trasmesso dalla Rai a metà degli anni ’70, fino a “Essere John Malkovich”, film allucinante e divertente basato sulla storia di un marionettista.